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Il nuovo libro di Enrico Zanolini "La bava 'd la Curnagiòla"

  • Immagine del redattore: Admin
    Admin
  • 12 dic 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

“La bava ‘d la curnagiòla”

Giovedì 7 dicembre in Biblioteca a Grignasco è stato presentato il nuovo libro di Enrico Zanolini: “La bava ‘d la curnagiòla. Poesie nel vernacolo di Grignasco”.


Un titolo che racchiude l’obiettivo di questa raccolta di poesie, molte delle quali erano già state pubblicate, ma sono state riprese e spesso completamente cambiate, adattandole ad un nuovo modo di sentire e di scrivere, infatti per Zanolini quello che davvero è importante è lasciare una traccia, seppur flebile del passaggio,portare un po’ di luce nell’esistenza di coloro che leggeranno questi versi. Nel sottotitolo si chiarisce che la lingua usata non è semplicemente il dialetto piemontese, ma il “Vernacolo” di Grignasco, inteso come lingua di Comunità.


EnricoZanolini, che è stato sindacalista CISL, scrive poesie da molti anni:

la prima composta, era dedicata a suo padre Diego e fu presentata al PinetTurlo nel 1982: il successo riscosso lo indusse a coltivare questo talento con continuità.

Nel 1990 ha pubblicato: “Par nòt finì ‘nt al mugiu. Poesie nel dialetto Grignaschese e in lingua”.

L’anno dopo, puntuale, firmò il secondo libro: “In ordine sparso Sanssacò”. Composizioni in lingua e in dialetto grignaschese, ricordando PinetTurlo.

Nel 1995 uscì: “Orme di colibrì”, una raccolta di poesie in italiano, con in copertina una bellissima fotografia di Grignasco sotto la neve.

La vena poetica vernacola, che scorreva come un fiume carsico, riaffiorando talvolta nelle rassegne di poesia dialettale del territorio, si manifestò in tutta la sua vis polemica nel 2005:

in quell’anno la Giuria della Rassegna biennale di Poesia Dialettale Valsesiana PinetTurlo, non ritenne pubblicabile sul Quaderno una delle due poesie presentate: “Sol ma par ghignee…”, perché citava personaggi della scena politica italiana, con riferimenti che avrebbero potuto suscitare rimostranze o addirittura querele, quindi la Giuria, appellandosi al Regolamento, chiese ad Enrico di sostituire o modificare quella poesia.

Il poeta civile si sentì punto sul vivo: ritirò entrambe le composizioni, che nello stesso anno pubblicò in una plaquette, edita a cura del Comune di Cervatto: “SedàsUtobri”.


Nel 2010 apparve la raccolta: “Luoghi”, un duplice viaggio nella “deriva d’una civiltà”, oggi, alle soglie del Natale, ha pubblicato una nuova antologia poetica:“La bava ‘d la curnagiòla”, in cui esprime le sue opinioni su molti argomenti d’attualità, alleggerendoli attraverso i versi, pur mantenendone intatta la forza dirompente.


Dato essenziale, e non solo biografico, è per Zanolinil essere nato ‘n Piasséta, un microcosmo popolato da persone e personaggi, comari e poeti, contadini ed artisti: quel mondo, oggi disperso, gli è rimasto nel cuore e lo fa rivivere in poesia, facendolo ancheriascoltaredurante la serata attraverso le letture di Cinzia Tosalli, anche lei nata in Piassèta.


Cristina Trapella, in rappresentanza del Centro Studi di Grignasco, ha introdotto la presentazione, che si è svolta in maniera dialogica, “intervistando” l’autore, ascoltando le letture, cercando di individuare i principali temi presenti nei componimenti, tutti scaturiti da un profondo desiderio di autenticità.


Enrico ha dato la sua definizione di poeta: “Non è un acchiappanuvole, ma si trova immerso mani e piedi nella vita, io ho uno scaffale coni miei quattro pilastri:

Dante, Edgar Lee Master, Neruda e Montale,

poeti universalmente conosciuti ed apprezzati, che furono fortemente ispirati dalla vita reale, come cuore dell’esperienza umana. Attraverso la poesia mi propongo di riportare la cultura al centro, perché marginalizzandola si sono persi anche una serie di valori importanti. Vorrei che si ritornasse anche alla vera passione per la politica, intesa come l’attività più alta dell’uomo”.


Accanto ai poeti che considera Maestri ed Amici nel Canzoniere di Enrico c’è un’Appendice in cui sono riproposte poesie di quattro poeti di Grignasco, due in lingua e due in vernacolo: Pietro Mortarotti, che ebbe la ventura di nascere a Montevideo, ma scelse di finire i suoi giorni a Isella, Riccardo Rivaroli, nato a Roma e giunto a Grignasco, PinetTurlo e Franco Fizzotti, “piazzettari” per antonomasia.


Zanolini, dopo aver letto la “poesia che mi rappresenta meglio”: “Elisa”, un inno alla vita, che affonda le sue radici in una morte tragica, constatata l’affluenza di pubblico - nonostante la concomitanza di un altro appuntamento importante per i grignaschesi - e l’interesse dimostrato, si è auspicato che vengano più spesso organizzate serate come questa: “Per dare più evidenza alle cose importanti, che aiutano a crescere”, ma soprattutto per accendere qualche luce nel buio: “Diffondiamo luce e il mondo sarà migliore”.






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